Nato ad Arzana nella seconda metà dell'800, nel rione Preda Maore, figlio di Felice Stocchino e Antioca Leporeddu, quartogenito di sette figli. Bandito sardo tra i più celebri e spietati del suo tempo, rimase ucciso il 20 Febbraio 1928 al termine di uno scontro a fuoco molto "chiacchierato" con i carabinieri. Era ricercato per una lunga serie di omicidi e di altri gravi reati. Secondo Elettrio Corda "uccideva e faceva scempio dei cadaveri senza rinunciare a lasciare sui corpi straziati messaggi per le autorità". C'è chi sostiene che la "Tigre d'Ogliastra" fu ucciso da una spia e poi consegnato ai carabinieri, che simularono un conflitto a fuoco per le solite medaglie.
Dopo la carriera militare, Samuele venne rispedito in Ogliastra e dopo alcuni mesi venne sorpreso a rubare dei maiali, tradito da aluni suoi amici che lo volevano in carcere; venne arrestato ma riuscì a divincolarsi dai carabinieri e da lì diventò latitante.
La latitanza sotto il fascismo risultò difficile, per via del fatto che il Regime si scagliò contro la sua famiglia, bruciando prima la casa dei suoi nonni e poi arrestando la sorella Maria per favoreggiamento, anche se la ragazza era all'oscuro delle vicende di Samuele.
In preda all'ira, Samuele commise una serie di omicidi, tra cui donne, uomini e una bambina di dodici anni, figlia di Antonio Nieddu, suo nemico di Arzana. I suoi omicidi vennero commessi in tono di sfida alle forze dell'ordine, susseguiti da diversi scontri a fuoco, da qui gli venne attribuito il soprannome "Tigre d'Ogliastra".
Durante la latitanza strinse amicizia con un altro bandito di Orgosolo, Onorato Succu, che perse la vita in uno scontro a fuoco in "Sas Fossas" nel 1927 in territorio di Mamoiada.
Venne travolto in delitti, che però non furono commessi da lui e molto malato di broncopolmonite, era suo solito rifugiarsi nei territori di Gairo e Ulassai. La sua ultima nptte la passò proprio in questi territori, presso l'ovile di capre di "Su Eremule" e il giorno seguente il 20 Febbraio 1928 perse la vita in uno scontro a fuoco con i carabinieri in località "S'Orgiola e Sa Perda" nel tacco, in territorio di Ulassai. I carabinieri trascinarono il suo corpo con i cavalli per tutto il paese, mentre la gente tirava cibi guasti e sputava su il suo corpo.
Il medico legale, però, smascherò il fatto: i carabinieri finsero di averlo ucciso dando fuoco sul suo corpo già defunto e spargendo su di esso del sangue animale. In realtà Samuele era stato ucciso all'ovile "Su Eremule" a coltellato, a tradimento, da due ulassesi, metre sosrseggiava un bicchiere di acqua. Tutti gli ulassesi che fecero parte di questo complotto vennero tragicamente assassinati negli anni a seguire.
Antonio Pilia noto "Caffeu", nato a Ulassai agli inizi del '900, dopo l'uccisione di Stocchino si diede alla macchia e venne trucidato in località Gertassu, agro di Ulassai, nel 1952. La taglia venne incassata da un noto personaggio di Osini.