ILBONO
Già al mattino si avvertono le luci,
il sorgere di suoni lontani
e di un’antichità giovevole
gli occhi puri ogliastrini saturi di tante voci,
sguardi ondulati
dentro un paesaggio infossato
sfiorato dal Gennargentu solenne che
infonde la sua storia
tramite radici avvolgenti,
e uno smarrirsi di tante origini
come effluvio di una longevità
impregnata di un tragitto che splende
di armonia divinatoria,
fertili le colline e riflessivi i ruscelli,
che decantano nel tempo
quel suono impastato
modellato dal pennello di una sagra d’olio,
Ilbono immerso e sommerso
nel suo decoro smisurato.
FABIO STRINATI