Agugliastra.it pubblicherà in quattro parti l'articolo di Roberto La Paglia dal titolo "La Sindrome di Quirra".
L'articolo ripercorre la cronistoria degli eventi, partendo dalle origini del poligono, attraversando le inchieste e le vicende che hanno e caratterizzato questa controversa storia.
La Sindrome di Quirra
di Robero La Paglia
Effetti disastrosi
Non si può pienamente comprendere la Sindrome di Quirra se non si conoscono gli effetti dell'uranio impoverito sull'uomo; il principale organo interessato è il rene, le particelle di uranio, infatti, si depositano nel tubulo renale, entrando in interazione con il tubulo prossimale, ovvero con quella parte del rene deputata al riassorbimento di sostanze quali i solfati, i fosfati, l'urea, gli aminoacidi, le vitamine e alcuni tipi di farmaci, tutti componenti che in seguito verranno degradati.
In tal modo l'uranio entrerà in sinergia con le membrane delle cellule apicali dell'epitelio tubulare, provocando le patologie che sono state frequentemente riscontrate durante la Guerra del Golfo.
Nonostante questa interazione sia stata ampiamente provata, in campo medico non tutti sono concordi sugli effetti dell'uranio impoverito; esiste da un lato una ampia statistica che dimostra l'assenza di conseguenze patologiche nei lavoratori coinvolti in incidenti nelle centrali nucleari, così come si tende a minimizzare i rischi per i militari; ben diversa è però la situazione quando il discorso si sposta sulla popolazione civile, poiché l'uranio lasciato sul campo di battaglia viene trasportato dal vento, può contaminare le falde acquifere e perfino entrare a far parte della catena alimentare.
In tal senso esistono numerose documentazioni di contaminazione ambientale riscontrata vicino ad alcune industrie americane che producono proiettili all'uranio impoverito, e che erano solite sotterrare gli scarti della lavorazione.
Le manifestazioni a breve termine sono solitamente nausea, vomito e forte indebolimento; nel caso di frammenti o particelle entrate nel corpo attraverso ferite gli effetti possono presentarsi anche dopo decenni e si concretizzano in danni al fegato, decadimento dei tessuti, anemia, neoplasie ossee, e anomalie cromosomiche nei neonati, malformazioni fetali, ma questi sono soltanto una parte di un lungo elenco.
Troppi silenzi e molte lacune
Molto frettolosamente, forse troppo, la Sindrome di Quirra è stata liquidata come una delle solite invenzioni dei pacifisti accaniti, di coloro che contestano la presenza di basi Nato in Italia, o dei soliti fautori delle teorie di cospirazione; nel silenzio che da tempo avvolge la Sardegna ci si è dimenticati che solitamente le teorie di complotto ruotano intorno ad una realtà non dimostrabile, mentre la Sindrome di Quirra può essere tradotta in statistiche riscontrabili e tragicamente reali.
Nel 1999 il militare cagliaritano Salvatore Vacca muore di leucemia al ritorno da una missione in Bosnia; contemporaneamente si diffonde la notizia che a circa il 60% dei militari presenti durante la Guerra del Golfo e affetti da patologie "sospette" era stata riscontrata una grande quantità di uranio impoverito nel corpo.
Ma la statistica riporta dati anche in tempi forse non sospetti; nella zona di Esclaplano, tra il 1981 e il 1983, si moltiplicano paurosamente le malformazioni fetali, ben undici bambini con gravi deformità o con seri handicap fisici in un'area di circa 2600 abitanti, con un tasso di natalità di 19/21 nascite l'anno, numeri che difficilmente possono essere liquidati come statisticamente non significativi.
Impossibilitati a coprire con il silenzio questi dati, si pensò bene di ricorrere alla teoria di malformazioni dovute all'uso di farmaci dannosi durante la gestazione; anche in questo caso il tentativo fallì miseramente visto che le mutazioni erano state riscontrate anche negli animali; nel frattempo il poligono si dilettava nel produrre fortissime esplosioni, mentre i bambini giocavano a correre sulle colline per osservare quelle enormi nuvole di fumo e polvere che venivano trasportate dal vento!
I dati raccolti in ambito medico vennero sminuiti dalle commissioni ufficiali, altrettanto avvenne per quelli raccolti da comitati spontanei formati da privati cittadini; allo stesso modo non si tenne in alcun conto delle osservazioni di un geologo che denunciò la presenza di tre sorgenti di tre colori diversi, (marrone, verde e giallo), all'interno del poligono.
Tenendo conto che il rilevamento venne effettuato a circa 600 metri d'altezza, e che i paesi teatro delle tragiche mutazioni si trovano molto più in basso rispetto al poligono, l'ipotesi di un inquinamento delle falde acquifere sarebbe stata quanto meno plausibile.
Tutti questi dati, già allarmanti nella loro tragica realtà, sono comunque soltanto una parte della statistica relativa alla Sindrome di Quirra: circa il 30% dei pastori che orbitano nella zona incriminata è stato colpito da leucemia; di questi, il 25% lavorava anche in maniera saltuaria presso una ditta edile che operava all'interno del poligono.
Una zona quindi, sulla quale sembra gravare una costante minaccia, un pericolo strisciante occultato dal silenzio, che si estende per tutto il territorio usando l'aria e l'acqua, e non solo Quirra è sotto costante minaccia.
La base di Perdasdefogu, infatti, non sembra meno pericolosa delle altre;
I casi di tumori al sistema ematico e linfatico, oltre che leucemie e linfomi, si contano in percentuali sconcertanti, così come le malformazioni alla nascita; che dire poi di un dato passato assolutamente sotto strettissimo silenzio?
Parliamo dell'incidenza dei casi di glioblastoma, il più feroce tra i tumori del cervello con una aspettativa media di vita di circa un anno.
L'incidenza del glioblastoma in Europa è approssimativamente di 2 o 3 nuovi casi l'anno ogni 100.000 persone; proviamo adesso a fare una semplice comparazione matematica basandoci su media di 5 anni: seguendo questo metodo avremo al massimo 15 nuovi ammalati ogni 100.000 persone.
Riportiamo adesso il risultato ottenuto su scala europea, ai dati che provengono dal bellissimo comune di Jerzu, nella valle del Rio Quirra, che conta circa 3000 abitanti; in questo caso dovremmo ottenere un risultato che porta l'incidenza della malattia a 0,45 casi nell'arco di 5 anni; ma a Jerzu la matematica sembra essere diventata un'opinione, visto che i casi di glioblastoma sono stati almeno sette!
Che dire poi delle segnalazioni fatte dai cittadini, tutte regolarmente inevase, relative allo smaltimento delle armi inutilizzate e difettose che vengono fatte brillare nelle campagne circostanti la base militare?
Dal 1999 ad oggi si contano più di 45 vittime, circa 500 militari gravemente ammalati, ultimo un muratore di 47 anni, affetto dal linfoma di Hodgkin, che ancora una volta, per una "singolare" coincidenza, risulta aver lavorato costantemente nelle campagne adiacenti al poligono, oltre che presso una impresa edile che svolgeva lavori all'interno del poligono stesso.
Il misterioso poligono militare
Con più di 11.600 ettari, dei quali 1.100 lungo la fascia costiera di San Lorenzo, il poligono di Salto di Quirra è il più vasto d'Italia, se non di tutta l'Europa.
Viene gestito formalmente dall'Aeronautica e messo a disposizione della Nato, anche se frequenti "voci" parlano di una sua indipendenza, almeno in parte, dalla Nato stessa.
Comprende due vasti settori, uno con sede a Perdasdefogu, e abbiamo già visto cosa accade in questo luogo, e l'altro con sede a Capo San Lorenzo, zona che produce inquietanti statistiche nel più assoluto silenzio.
Le attività ebbero inizio nel 1956 con una serie di lanci di missili Contraves, di produzione italiana; successivamente, dopo vari cambiamenti relativi agli scopi e alla direzione, il poligono venne utilizzato anche dall'Esercito, dall'Aeronautica e dalla Marina della Nato, oltre ad ospitare ditte private che costruiscono sistemi d'arma, provando e sperimentando i loro prodotti.
Di contro, il poligono di Salto di Quirra rappresenta il fiore all'occhiello della difesa italiana, 24.000 ettari di territorio nella sola Sardegna contro i 16.000 suddivisi in tutto il resto dell'Italia, ma anche questo dato passa sotto silenzio perché si tratta di un problema di difesa nazionale, e non si capisce per quale motivo ci si debba difendere usando l'uranio impoverito che, specularmene, diventa uno strumento d'offesa rispetto a coloro che ne fanno uso.
Ma l'area in questione forse nasconde interessi ben diversi, interessi che sono facilmente identificabili ponendo la giusta attenzione su un particolare; l'intera area, oltre che essere utilizzata dalle Forze Armate, è anche un vero e proprio mercato internazionale per le varie multinazionali delle armi.
Le maggiori aziende testano qui i loro prodotti, sperimentano, collaudano, fanno test per dimostrare ai loro potenziali clienti la potenza della loro produzione; ovviamente, per ripagarsi del "disturbo", lo Stato italiano riceve un canone come corrispettivo dello smaltimento sul territorio sardo di una quantità imprecisata di rifiuti bellici. La conclusione ovvia è che la zona di Salto di Quirra è in realtà una immensa discarica a cielo aperto, con una altissima incidenza di casi di leucemia e tumori al sistema emolinfatico.
Tutto questo avviene a circa due ore dalla Costa Smeralda, meta di lusso per ricchi vacanzieri e paradiso nel quale ogni estate molti dei responsabili vengono per zittire le loro coscienze.
Fine III Parte
La prossima settimana sarà pubblica la IV ed ultima parte dell'articolo.