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Andrea Angius

Andrea Angius

L'associazione Avviso Pubblico ha presentato ieri a Roma un rapporto sugli attentati di stampo mafioso che si sono verificati in Italia nel 2010. Un documento che mette in evidenza, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto sia forte su tutto il territorio nazionale il ricorso a minacce di diverso tipo per intimidire amministratori locali, personale della pubblica amministrazione, candidati per un ruolo politico, e portarli in alcuni casi a rinunciare al proprio incarico pur di proteggere l'incolumità delle famiglie. Le regioni più bersagliate sono state la Calabria (87 casi), seguita da Sicilia (49), Campania (29), e Sardegna (25).

A dimostrazione della crescente rilevanza e diffusione di questo genere di episodi, è interessante notare come anche il Lazio, la Liguria, e le Marche non rimangano escluse, insieme a Puglia, Basilicata e Abruzzo. Le provincie più colpite in assoluto sono quelle di Cosenza (25 casi), Napoli (20), Palermo (17), e Agrigento (10), mentre per la Sardegna i dati più gravi riguardano le zone di Nuoro e di Cagliari, rispettivamente con 9 e 6 episodi. Da ricordare su tutti l'atto intimidatorio ai danni del sindaco di Ottana, Giampaolo Marras, che nella notte del 24 settembre è stato sfiorato da alcuni colpi di fucile sparati verso la sua abitazione, con un pallettone finito di rimbalzo all'interno della culla di uno dei due figli, e un altro che ha provocato una lieve ustione alla moglie.

In totale nella penisola si tratta di 212 episodi nell'arco di un anno, uno ogni giorno e mezzo, un quadro a dir poco preoccupante, come ha fatto notare anche Francesco Forgione, docente all'Università de L'Aquila, e già Presidente della Commissione parlamentare antimafia: "Per trovare una realtà simile all'Italia, bisogna spostarsi nella Colombia o nel Messico dei nuovi narcos o nella Russia di Putin e in alcuni paesi dei Balcani, dove le macerie del comunismo hanno lasciato in eredità una criminalità radicata nella politica e nel sistema economico imprenditoriale".

Le intimidazioni, descritte e ordinate cronologicamente nel rapporto, comprendono anche "incendio di auto di proprietà personale o di proprietà degli enti locali, incendio dell'abitazione principale o di quella di vacanza, incendio di imprese di proprietà di amministratori locali o di loro congiunti, spari all'auto personale, spari all'abitazione privata, esplosione di ordigno davanti all'abitazione privata, uccisione di animali domestici (e non) di proprietà personale e taglio di alberi da frutto di proprietà privata, aggressione fisica".

Insomma, considerando che, soprattutto al nord, molti casi del genere non vengono nemmeno denunciati, la situazione è senza dubbio allarmante, e dati come questi di certo non aiutano ad affrontare i numerosi problemi che si presentano quotidianamente nella nostra nazione. Ma, come dichiarato ancora dal dott. Frongione, "Per fortuna c'è chi dice no, perché la legalità e la democrazia non sono beni negoziabili e disponibili. Almeno per noi".