Le vicende moderne della regione ogliastrina ci sono abbastanza note, mentre di più difficile indagine risulta la storia passata man mano che ci inoltriamo verso i tempi più remoti, in quanto la documentazione scritta si fa più esigua e bisogna ricorrere a notizie più generiche che interessano fenomeni e avvenimenti che riguardano in generale l’intera Sardegna.
Sappiamo per certo che tra il XIV e il XV secolo la Sardegna visse una catastrofe insediativa che portò alla decimazione della popolazione e alla drastica riduzione dei villaggi. “Lo spopolamento della Sardegna tra il XIV e XV secolo (805 villaggi e 30.670 fuochi negli anni 1316-24, 353 villaggi e 20.400 fuochi nel 1485, secondo John Day 1) presenta caratteri di specifica radicalità rispetto ad altri territori dell’ambito mediterraneo.”2 Non sempre la scomparsa di un villaggio era conseguente alla scomparsa della sua comunità insediata. Talvolta il sistema insediativo locale subiva una riorganizzazione che portava al trasferimento delle popolazioni dei centri più vulnerabili in quelli più dinamici del circondario che acquisivano il controllo sui territori dei villaggi abbandonati.
“La catastrofe insediativa del XIV e XV secolo favorisce ovunque in Sardegna una ridefinizione degli assetti civili e istituzionali… Nelle zone più interne e montane le perdite dei villaggi tra il 1320-24 e il 1485 sono meno pronunciate che nel resto dell’Isola: il 10% nel Goceano, il 16% nelle Barbagie, il 32% nel Nuorese, quando la media regionale è del 56%. L’Ogliastra esce persino indenne dalla crisi insediativa dando prova di “immunità quasi perfetta al fenomeno dell’abbandono”3.
Successivamente a questa fase storica, la fonte documentale più importante è rappresentata dai Capitoli di Grazia che danno testimonianza “dei rapporti fra feudatari e comunità infeudate. Essi fissano ogni volta l’equilibrio faticosamente raggiunto tra le rispettive pretese e per tale motivo vengono conservate gelosamente per servirsene all’occasione di propria difesa o contro la parte avversa.
I “capitoli” dell’Ogliastra sono persino dati alle stampe nel 1738, in occasione di una nuova tensione contrattuale con il feudatario, e il fatto appare ancora più significativo alla luce della recente erezione dell’antico “giudicato” in provincia, con motivazioni che non trascurano il deposito di memoria e di identità depositato nella sua tradizione pattista.”4 5
Sappiamo che l’Ogliastra “nel 1358 è infeudatata dagli Aragonesi a Don Berengario Carroz che fu fatto Conte di Quirra nel 1363”6 e che faceva parte “dello “stato” di Quirra, che nel 1485 si estende, oltre che su numerosi villaggi del Campidano di Cagliari (entro i confini degli attuali comuni di Assemini, Sestu, Selargius, Settimo, Sinnai, Maracalagonis) raccolti nella Baronia di San Michele, sulle antiche curatorie di Ogliastra (più Oliena), Sarrabus (più Burcei, Castiadas e Villasimius), Nora, Bonorzuli, o Monreale, Parte Montis, Parte Usellus, Marmilla inferiore: in totale una ottantina di villaggi popolati.”7
Fig. 01 – La carta degli Stati feudali: si osserva come lo stato feudale di Quirra fosse il più esteso.
Questa organizzazione amministrativa rimane invariata per diversi secoli e anche “Lungo il Settecento la carta feudale dell’Isola non subisce modificazioni rilevanti per quanto concerne le appartenenze territoriali. La monarchia dell’Austria, nel suo breve dominio all’inizio del secolo, e la casa Savoia non innovano alcunché sotto il profilo giurisdizionale…”8
Il riformismo sabaudo fa sentire il suo peso anche dal punto di vista della organizzazione amministrativa solo a partire dall’Ottocento. “Ancor prima dell’abolizione delle giurisdizioni feudali, disposta nel 1836, il governo piemontese opera una prima uniformazione e razionalizzazione dell’amministrazione finanziaria e giudiziaria con il Regio Editto del 4 maggio 1807 che istituisce quindici prefetture (Cagliari, Iglesias, Villacidro, Oristano, Sorgono, Laconi, Mandas, Tortolì, Nuoro, Tempio, Ozieri, Bono, Sassari, Alghero, Bosa), articolate in distretti. Al prefetto sono attribuite funzioni molto ampie, militari e giudiziarie, economiche e fiscali, che si sovrappongono alla maglia delle giurisdizioni feudali. Il processo di affermazione dei poteri dello Stato si compie con altri successivi interventi legislativi di riduzione del numero delle prefetture (nel 1821 le province sono dieci: Cagliari, Iglesias, Busachi, Isili, Lanusei, Nuoro, Ozieri, Sassari, Alghero, Cuglieri; nel 1831 è aggiunta quella di Tempio) e di separazione delle cariche di prefetto e di intendente (1825).
Una ulteriore e più incidente organizzazione del sistema giudiziario si ha dopo la cancellazione delle giurisdizioni feudali (1836), prima con l’abolizione delle prefetture e la creazione di sei tribunali di prefettura (Cagliari, Oristano, Isili, Lanusei, Nuoro, Tempio), più la Governazione di Sassari temporaneamente conservata, e quindi con l’istituzione mediante il Regio Decreto del 12 aprile 1848 del Magistrato d’Appello articolato nelle classi di Cagliari (tribunali di prima cognizione di Cagliari, Oristano, Lanusei e Nuoro) e di Sassari (tribunali di Sassari e Tempio).
La nuova ripartizione amministrativa della Sardegna è invece imperniata su tre Divisioni (Cagliari, Sassari e Nuoro), articolata in undici intendenze provinciali. La Divisione di Nuoro è però soppressa nel 1859, e sarà ricostituita (come provincia) soltanto nel 1927.”9
Dal punto di vista amministrativo la provincia di Lanusei era una vasta regione “che si estende per le pendici e le falde orientali dei monti della Barbagia, e quindi per la prossima superficie orientale dei monti di Parte-Jola e di Setti Fradis”10. La provincia era suddivisa in 3 dipartimenti dell’antico regno di Plumino o di Cagliari: Agugliastra, Cirra, e Sarrabus. I centri abitati medioevali presenti nel dipartimento dell’Ogliastra di cui si ha testimonianza sono quelli indicati di seguito.
Fig. 02 – I centri abitati medioevali presenti nel dipartimento dell’Ogliastra.
Di questi centri Osòno e Èrtili sono già scomparsi a metà Seicento, mentre Manurri riesce a resistere fino al 1776.
Fig. 03 – Organizzazione amministrativa della Sardegna al 183111.
I dati relativi alla popolazione del diciassettesimo secolo, tratti dalle liste di focaggio formate nei parlamenti tenutesi negli anni 1654, 1678, 1688, 1698 relativamente all’Ogliastra, sono riportati dall’Angius così come indicati in tabella.
Fig. 04 – Composizione della popolazione dell’Ogliastra tratta dalle liste del focatico degli anni 1654, 1678, 1688, 1698. I dati degli abitanti per gli anni 1654, 1678, 1688 sono stimati dal sottoscitto a partire dal numero di fuochi (gruppi familiari) ipotizzando che il rapporto fra abitanti e fuochi per ciascun comune rimanga immutato negli anni e quindi possa essere posto uguale a quello del 1698 che si può calcolare in quanto è noto anche il numero degli abitanti.
Dopo l’ultimo censimento fattosi nel parlamento nazionale del 1698 è caduto Manurri, e può dirsi caduto anche Ardali, perché i pochi abitanti che vi stanziano per l’agricoltura appartengono al comune di Baunei.
Relativamente al 1840 la popolazione della Provincia di Lanusei secondo l’Angius era composta come in tabella.
Fig. 05 – Popolazione della Provincia di Lanusei al 1840.
Sempre al 1840 l’Angius fornisce l’occupazione della popolazione di ciascun comune distinguendo le professioni in agricoltori, pastori, meccanici, tessitrici, negozianti, notai e preti; dove per meccanici erano intesi “legnajuoli, muratori, conciatori, scarpai e fornaciai di calcina”.
Fig. 06 – Occupazione della popolazione al 1840.
Riguardo all’amministrazione della giustizia, con l’editto del 27 luglio 1838 fu stabilito un tribunale collegiale composto di un prefetto, tre assessori, un avvocato e un procuratore fiscale coi rispettivi sostituti, un avvocato dei poveri col suo procuratore ed un segretario. Dipendono da questa prefettura quattro mandamenti: Lanusei, Tortolì, Jerzu e Muravera. Mentre dal punto di vista economico il R. Editto del 27 dicembre 1821 divideva la provincia in quattro distretti: Lanusei, Barì, Triei, Villapuzzo.
Fig. 07 – Quattro cartine riproducono le quattro suddivisioni dell’Isola al 1851 e più precisamente quella Giudiziaria (1), quella amministrativa (2), quella ecclesiastica (3) e quella militare (4); una quinta riassume le varie circoscrizioni con i loro relativi confini che s’intersecano l’un l’altra. Nella sesta è invece segnata la “circoscrizione unica proposta” da Alberto Lamarmora che comprende 8 tribunali, 8 provincie, 8 diocesi e 8 comandi militari.
V. Angius, in G. Casalis, Dizionario Geografico-Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833.
V.M. Cannas (a cura di), Capitoli di Grazia del Giudicato dell’Ogliastra – STUDI OGLIASTRINI IV –, Edizioni della Torre, Cagliari 1997.
F. Cocco, Dati relativi alla storia dei paesi della diocesi d’Ogliastra – Vol. III, Litotipografia TEA, Cagliari 1989, voci relative ai centri dell’Ogliastra.
F. Cuboni, G. Izzo, Piano particolareggiato del centro storico di Triei, Tesi di Master di II livello in “Recupero e riqualificazione del patrimonio architettonico storico rurale” – Università degli Studi di Cagliari, a.a. 2006-07.
G. Day, Uomini e terre nella Sardegna coloniale, (XII-XVIII secolo), Celid, Torino, 1987.
G.G. Ortu, Il Villaggio, in G.G. Ortu, A. Sanna, I manuali del recupero dei centri storici della Sardegna Vol. 0.1 – ATLANTE DELLE CULTURE COSTRUTTIVE DELLA SARDEGNA: le geografie dell’abitare, DEI, Roma 2009, pagg. 5-6.
L. Piloni, Carte Geografiche della Sardegna, Editrice Sarda Fossatario, Cagliari 1974.
1) G. Day, Uomini e terre nella Sardegna coloniale, (XII-XVIII secolo), Celid, Torino, 1987.
2) G.G. Ortu, Il Villaggio, in G.G. Ortu, A. Sanna, I manuali del recupero dei centri storici della Sardegna Vol. 0.1 – ATLANTE DELLE CULTURE COSTRUTTIVE DELLA SARDEGNA: le geografie dell’abitare, DEI, Roma 2009, pagg. 5-6.
3) G.G. Ortu, Il Villaggio, op. cit., pag. 8.
4) G.G. Ortu, Il Villaggio, op. cit., pag. 14.
5) Si veda a tal proposito: V.M. Cannas (a cura di), Capitoli di Grazia del Giudicato dell’Ogliastra – STUDI OGLIASTRINI IV –, Edizioni della Torre, Cagliari 1997.
6) F. Cocco, Dati relativi… – Vol. III, op. cit., pag. 147.
7) G.G. Ortu, Il Villaggio, op. cit., pag. 33.
8) G.G. Ortu, Il Villaggio, op. cit., pag. 36.
9) G.G. Ortu, Il Villaggio, op. cit., pag. 37.
10) V. Angius, in G. Casalis, Dizionario…, op. cit., voce Provincia di Lanusei.
11) ibid.
Il sistema insediativo ogliastrino è piuttosto articolato in quanto comprende paesaggi alquanto differenti che variano da quelli della montagna a pendio accentuato, ai fondovalle e pianure costiere, passando per un ambito di transizione rappresentato dalle colline, che acquisiscono caratteri derivati dai primi due ambiti più estremi. Il primo, grande sistema di differenze è segnato proprio dalla relazione-opposizione tra i centri sempre notevolmente acclivi della montagna ed i nuclei di fondovalle. Nei primi, il tema insediativo di base è costituito dalla “costruzione del pendio”: in essi si forma dunque una struttura urbana “terrazzata”, con una successione di piani - inclinati più o meno fortemente - nei quali si realizza la costruzione delle abitazioni per cellule edilizie; la rete stradale è un sistema di percorsi paralleli in quota e di rampe di collegamento, con l’obiettivo primario di convogliare e smaltire le acque meteoriche.
Fig. 01 – La casa alta nei centri a forte pendio - Seui.
Fig. 02 – Le case dell’Ogliastra secondo Osvaldo Baldacci – I casi di Gairo e Jerzu.
Gli isolati presentano spessori sempre più esigui quanto più si accentua il pendio, talvolta ridotti alla dimensione delle due cellule edilizie, passanti o contrapposte (o al limite, nei casi più estremi, di una sola cellula) per lo più con funzione di sostruzione, per reggere la spinta delle terre derivante dal salto di quota tra monte e valle. Da Seui a Jerzu, da Gairo a Lanusei, i tessuti che prendono forma all’interno di questa modalità insediativa sono un reticolo fitto di cellule edilizie con una densità elevata, che lascia pochi vuoti e dentro cui il pieno della casa tende a prevalere nettamente sulle pertinenze di spazio aperto, che al limite sono addirittura votate a scomparire.
Fig. 03 – Seui – Gli stretti isolati con cellule passanti o contrapposte, in cui le cellule in sostruzione realizzano i terrazzamenti sui quali si dispongono i percorsi.
La montagna del territorio ogliastrino è incisa da vallate che in alcuni casi si concludono verso la costa orientale con pianure significative, capaci di ospitare sistemi di centri e culture insediative che segnano profonde e radicali differenze nel rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana rispetto ai centri di montagna.Nei centri di fondovalle si assiste ad una riedizione riveduta della modalità insediativa e della tipologia dei centri delle case a corte diffusa nel Campidano. Infatti, in terreni in generale poco acclivi, ed in presenza di un’economia in cui la componente agricola torna ad essere nettamente prevalente, si ripropone il principio insediativo fondato sul predominio dello spazio aperto, più ridotto o più ampio a seconda della dimensione della casa, ma comunque tale da rompere il fitto intreccio di cellule della montagna e da configurare i corpi di fabbrica come edifici autonomi, spesso con una corte doppia sul fronte e sul retro; le strade assumono la configurazione “a labirinto” connesse al disimpegno della corte ed al suo frazionamento; gli isolati sono in genere ampi, tanto quanto è necessario per ospitare lo sviluppo delle corti.
Nei centri di Tertenia, Bari Sardo, Tortolì, Girasole e Lotzorai il tipo dominante, generatore delle forme urbane dei villaggi, è la casa a corte, nella versione con lo spazio di pertinenza antistante o doppio. Il tessuto più rado, è fatto di case basse, con il pieno edilizio virtualmente articolato attorno al vuoto della corte, e con i corpi di fabbrica talvolta isorientati secondo l’asse eliotermico o verso il declivio della vallata. Non è infrequente il caso di corti con corpo di fabbrica a doppio spessore, sia nel caso di corte doppia, sia nel caso di lotto passante, con corpo di fabbrica sul filo strada. In generale, sono molto sensibili le differenze tra le corti piccole o minime, nelle quali la casa è ancora una volta costituita da una cellula edilizia singola o doppia, con una corte davvero ridottissima, e le medie e grandi case, con fabbricati strumentali che affiancano quelli abitativi e frequenti sviluppi a due piani dei corpi di fabbrica principali. Inoltre, non è infrequente il palazzo che sancisce, a partire dall’800, l’ingresso anche di queste aree periferiche nel grande movimento di formazione della borghesia agraria avviato nella prima metà di quel secolo a scala regionale.
Fig. 04 – Bari Sardo – Casa a corte antistante con corpo principale sviluppato su due piani, cucina sul corpo indipendente e loggiato rustico con forno prospicienti la corte.
A. Sanna, Le culture abitative, in A. Sanna, F. Cuboni, I Manuali del recupero dei Centri storici della Sardegna – vol. II.1 - Architetture in Pietra delle Barbagie, dell’Ogliastra, del Nuorese e delle Baronie, DEI, Roma 2008.
O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Centro studi per la Geografia Etnografica, Firenze 1952.
Il sistema insediativo dell’Ogliastra, da monte a valle, realizza una sintesi esemplare delle differenti soluzioni che propone il villaggio nelle differenti condizioni territoriali, sociali, istituzionali, in rapporto alle diverse opportunità del sito. Così come fa notare Antonello Sanna, in questo senso, centri come Villagrande e Arzana propongono una dislocazione territoriale che è il risultato della mediazione tra due fattori, il controllo dello spazio pastorale e l’esigenza di intercettare l’acqua sulla quota delle risorgive. La posizione “a mezza costa” che ne consegue è quindi legata ad una marcata acclività dell’abitato, che accomuna diversi centri dell’Ogliastra montana. L’elemento dell’edificazione del pendio condiziona sostanzialmente tutte le modalità di costruzione del villaggio nello spazio della montagna, ma ha implicazioni assai differenti in rapporto ad altre variabili dell’insediamento. Lo schema strutturale del villaggio di montagna, nei centri a quote più elevate, appare ancora sostanzialmente disperso o comunque policentrico, espressione urbana di un rapporto ancora irrisolto tra la forza centripeta della comunità e la tendenza centrifuga dei gruppi familiari. Arzana e Villagrande appaiono come la materializzazione spaziale della refrattarietà dei clan parentali ad una solidarietà urbana più stretta: cosicché il sistema urbano, anziché per strade e piazze, sembra organizzato per “vicinati”. Solo le rare strutture religiose sembrano capaci di addensare un po’ la frammentazione tendenziale di questi aggregati insediativi, le cui case tuttavia, man mano che aumenta la distanza dalle chiese si organizzano per giaciture e “cluster” autosufficienti, magari attorno ad una fontana o a un pozzo. Probabilmente, non si sottraggono a questa regola della dispersione originaria neppure le strutture con un più alto grado di compattezza e di unitarietà: basta vedere come la stessa Lanusei, capoluogo dell’area storica, insieme ad una struttura forte del nucleo “direzionale” conservi anche diversi nuclei separati, diffusi oltre il margine del paese nel paesaggio degli orti urbani che permea il villaggio e i suoi margini. Significativo è in questo senso il fatto che si ritrova nella mappa catastale storica il toponimo di “mesu bidda” (il cuore del paese) in corrispondenza con il più periferico di questi nuclei, Barigau.
Fig. 01 – Lanusei. Mappa catastale di primo impianto geometrico (inizi del ‘900).
Altro paradigma di questo tipo di struttura dei villaggi è Baunei, collocato sulla quota delle sorgenti sotto il piede del bastione calcareo che lo sovrasta ad est. Baunei viene descritto dall’Angius in termini di estrema arretratezza: “…abitazioni…così meschine, da doversi più giustamente dir tuguri e tane, che case; le strade, oltrechè furono mal tirate, e con tanti moltiplicati torcimenti quanti ne cagiona la disordinata collocazione e riunione delle case in isole, sono scoscese e sassose…”. Se prescindiamo dalla descrizione colorita del viaggiatore illuminista, critico rispetto ai costumi del mondo pastorale, abbiamo una restituzione fedele del villaggio della montagna ogliastrina. La gerarchia urbana è estremamente semplice: un percorso matrice di controcrinale, a mezza costa, rafforzato dalla ristrutturazione ottocentesca come strada nazionale, presidiato a nord da un unico polo religioso rilevante. Il villaggio si struttura parallelamente al percorso, lungo le curve di livello, e si addensa attorno alle chiese; le parti periferiche sono costituite da un insieme di vicinati articolati in modo apparentemente casuale, serviti da percorsi minimali, sviluppati in modo da affrontare il pendio ed il ruscellamento delle acque. Eppure, rispetto ad Arzana, Baunei dà luogo innegabilmente ad una organizzazione urbana più ordinata e compatta, probabilmente anche grazie ad una morfologia del sito più cogente.
Fig. 02 – Baunei. Le invarianti della struttura urbana: allineamenti dei corpi di fabbrica lungo le curve di livello ed edificazione secondo cellule elementari a filo strada o talvolta aggregate attorno ad uno spazio comune.
All’estremo opposto si collocano centri come Jerzu o Gairo vecchia, dove il nucleo urbano realizza la massima densità, con le cellule disposte su linee coese e compatte a formare i terrazzamenti artificiali necessari a controllare e rendere abitabile il pendio della mezza costa scoscesa. Le cellule accostate in profondità attraversano gli stretti isolati, e sono per lo più sviluppate in case alte su sistemi edilizi privi di smagliature. Sia Gairo (vecchia) sia Jerzu, collocati su pendii abbastanza ripidi, incisi da corsi d’acqua che alimentano le fontane e i preziosi orti periurbani, appaiono anche nelle carte dei primi del ‘900 divisi in due nuclei distinti, solcati dai compluvi dai quali l’edificato si teneva ben alla larga. Tuttavia, la strada nazionale che ha ristrutturato il percorso matrice di Jerzu attraversa il nucleo centrale del paese assegnandogli come sempre un carattere più urbano; a Gairo la strada provinciale passa invece tangenzialmente, senza incidere il nucleo centrale.
Fig. 03 – Jerzu. Le invarianti della struttura urbana storica: edificazione di case alte su filo strada su tutta la superficie del lotto con semplice o doppio affaccio su strada.
Questo schema più riconoscibilmente urbano ingloba senza quasi scarti anche i contenuti sventramenti – forse è meglio dire ampliamenti e rettilineamenti degli originari percorsi matrice – che i percorsi di ristrutturazione ottocenteschi introducono nella maglia viaria di ridottissima sezione che caratterizza tutti i centri dell’Ogliastra; anzi, sulle nuove strade, più dritte ed ampie, trovano posto i nuovi affacci decorosi e urbani dei palazzi della nascente borghesia rurale. In questo senso, l’espressione massima della razionalizzazione “moderna” che unisce la ristrutturazione urbanistica e infrastrutturale delle nuove strade all’innovazione metodologica e linguistica del razionalismo neoclassico si realizza a Lanusei. Qua, un impianto urbano ottocentesco, che concentra le funzioni pubbliche più rappresentative, con i nuovi complessi conventuali ed i nuovi uffici pubblici del capoluogo di provincia e mandamento si struttura come fondale di un nuovo percorso urbano assiale, ai cui lati si collocano i palazzetti della scuola neoclassica di Gaetano Cima che danno un deciso “tono cittadino” – vagamente metafisico – ad un centro che pure è immerso in un contesto montano di grande forza ambientale.
Del tutto differente è invece l’insediamento delle piane costiere. A Barisardo, una grande parrocchiale settecentesca forma con le altre due chiese del villaggio una triangolazione che pare corrispondere alla presenza originaria di altrettanti nuclei abitati autonomi. Le chiese scelgono come sempre il “luogo alto” di un piccolo ma significativo rilievo; verso il compluvio principale, che raduna il paese e lo proietta in direzione del mare, si sviluppano i tessuti delle case a corte, il tipo edilizio che meglio interpreta la base socio-economica di tipo contadino del centro e meglio si adatta al sito di pianura. Anche in questo caso, la mappa catastale permette di leggere un sistema abitato a bassa densità – “…case sparse in non piccola superficie...”; così l’Angius descrive il centro di Barisardo – che viene energicamente reinterpretato e riunificato dalla ristrutturazione dei percorsi principali, verso Tortolì e Lanusei, su cui ancora una volta si comincia ad allineare qualche nuovo palazzetto della borghesia rurale locale. Questa nuova urbanità si manifesta ancora più chiaramente a Tortolì, che contenderà sempre più a Lanusei il ruolo forte rispetto all’area vasta.
Fig. 04 – Barisardo. Le invarianti della struttura urbana storica: edificazione secondo la tipologia della casa a corte, con corpo di fabbrica ad uno o due piani allineato sul filo strada o su fondo lotto.
Attraversando il crinale verso ovest, le Barbagie presentano quadri insediativi per gran parte non dissimili, ma su una scala sicuramente più ampia. A sud, le valli fortemente incise del Flumendosa e del Flumineddu ospitano su pendii ripidi i centri della Barbagia di Seulo. Nel villaggio di Seui è perfettamente evidente e regolare l’andamento dei sistemi di cellule edilizie come sostruzioni ridossate al pendio, con lo sviluppo delle abitazioni nel senso della profondità degli isolati, perimetrati dai percorsi in quota e dalle rampe trasversali sulle linee di pendio. In questo centro, i fattori di sviluppo della seconda metà dell’800, primi fra tutti la ferrovia e l’attività mineraria, hanno dato un impulso definitivo ad una tendenza già riscontrata dall’Angius molti decenni prima, per cui Seui costituisce il nuovo centro di riferimento della Barbagia meridionale e che all’inizio del ‘900 è ancora in piena espansione. I due poli religiosi situati lungo il percorso matrice di controcrinale strutturano l’insediamento anche a seguito del sensibile pendio del sito che costringe Seui a crescere linearmente lungo la linea di quota che coincide con l’asse della nuova strada provinciale, sulla quale i palazzi si allineano producendo il consueto effetto urbano. Una foto dei primi del ‘900 mostra la coesistenza di questa nuova architettura di forte decoro urbano con la storica edilizia a cellule elementari della Barbagia.
Fig. 05 – Seui. Via Lamarmora, oggi via Roma, nel 1904. I palazzetto ottocenteschi sorgono lungo il percorso di ristrutturazione rappresentato dalla strada provinciale.
A. Sanna, La struttura dei villaggi. Morfologia urbana e tipologia edilizia, in A. Sanna, F. Cuboni, I Manuali del recupero dei Centri storici della Sardegna – vol. II.1 - Architetture in Pietra delle Barbagie, dell’Ogliastra, del Nuorese e delle Baronie, DEI, Roma 2008.
V. Angius, in G. Casalis, Dizionario Geografico-Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Voci Baunei, Barì, Maspero Librajo, Cassone Marzonati Vercellotti Tipografi, Torino, 1833-1856.
L’Ogliastra costituisce l’estremità sud-orientale del grande compendio montano della Sardegna il cui grande riferimento geografico è costituito dalla porzione più elevata del grande crinale del Gennargentu, nel massiccio centrale.
In base ai dati rilasciati dall'Istat, la popolazione dell'Ogliastra al primo gennaio 2015 era di 57.642, in crescita dello 0,5% rispetto all'ultimo censimento del 2011.
Il territorio dell’Ogliastra, come il resto della Sardegna, è disseminato di emergenze archeologiche di grande pregio che versano in stato di abbandono e che il tempo, con la complicità della vegetazione, ha reso praticamente inaccessibili.
Il progetto Adotta un Nuraghe è nato nel 2013 con l’intento di riscoprire e rendere fruibile questo enorme patrimonio che attualmente è totalmente inespresso.
In queste edizioni, l’Associazione è riuscita a coinvolgere circa 200 volontari che sotto la supervisione di alcuni soci archeologi, della Soprintendenza per i Beni Archeologici e del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, hanno reso accessibili i siti archeologici, razionalizzando la vegetazione, creando i sentieri di accesso, la segnaletica di avvicinamento e la cartellonistica informativa multiligua sia di inquadramento che di dettaglio.
Il progetto ha l’obiettivo di recuperare siti simbolo del patrimonio archeologico nostrano tramite la sensibilizzazione delle comunità ove vengono svolti gli interventi e favorendo la fruizione dei monumenti attualmente abbandonati.
Le opere previste consentirebbero di recuperare intere aree con valenza ambientale-culturale alla pubblica fruizione curandone la pulizia, l’accessibilità e la godibilità.
Da un punto di vista scientifico, invece, si porrebbero le basi per approfondire lo studio dei monumenti grazie alla restituita leggibilità complessiva e al rilievo multimediale.
Tale attività dovrebbe essere da stimolo per lo sviluppo di ulteriori iniziative culturali ed economiche, quali la promozione e la gestione e lo scavo dei siti archeologici, volte a fornire nuova e duratura linfa ai beni tutelati.
In seguito ad alcuni episodi di utilizzo improprio del nome della manifestazione da parte di altri soggetti con scopo di lucro, l’Associazione ha registrato il marchio presso la Camera di Commercio di Nuoro con n. 1652361.
Chi vuole può partecipare direttamente venendoci a dare una mano oppure può sostenerci con una piccola offerta libera
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Come prima area archeologica è stata identificata quella posta a confine tra il Comune di Lanusei e quello di Ilbono denominata Nuraghe de Ponte (conosciuto anche come Su Nuraxi).
La prima area di intervento di Adotta un Nuraghe risultava quasi interamente coperta da arbusti e altra vegetazione che non permetteva un agevole accesso al sito e non consentiva di apprezzare la maestosità del monumento.
La realizzazione di questo progetto è stata realizzata nei giorni Sabato 27 aprile e Domenica 28 aprile 2013.
Si ringraziano per la collaborazione:
La seconda area archeologica che la manifestazione Adotta un Nuraghe ha reso fruibile è stata identificata nella zona orientale dell'altopiano di Teccu che si affaccia sulla baia di Cea.
Il paesaggio che si può apprezzare da questo sito è spettacolare.
L'area di intervento era interamente coperta da arbusti, fichi d'india e altra vegetazione che non permetteva di apprezzare la maestosità del monumento.
La manifestazione ha coinvolto circa 80 volontari che in due intense giornate di lavoro hanno creato un sentiero di accesso al sito, ripulito completamente l'area archeologica, che oltre il nuraghe è rappresentata da numerose capanne nuragiche, ed infine posizionata la cartellonistica escrittiva in diverse lingue: sardo, italiano, inglese, spagnolo e tedesco.
La realizzazione di questo progetto è stata realizzata nei giorni Venerdì 25 e Sabato 26 aprile 2014.
L'iniziativa è stata svolta in collaborazione con:
La terza area archeologica interessata dalla manifestazione Adotta un Nuraghe è collocata a breve distanza dall'abitato di Lotzorai nella collina di Tracucu.
Il sito è di forte impatto, caratterizzato da un'enorme emergenza granitica sulla quale in epoca preistorica sono state ricavate 15 Domus de Janas e successivamente, in epoca nuragica, è stato edificato un Nuraghe di cui restano le tracce ben visibili sulla sommità della collina.
L'area di intervento era stata già oggetto di interventi di valorizzazione da parte dell'Amministrazione Comunale di Lotzorai che aveva tracciato un sentiero di comunicazione tra le domus de janas
La manifestazione ha coinvolto circa 40 volontari che in una giornata di lavoro hanno ripulito completamente l'area archeologica, che oltre il nuraghe è rappresentata da 15 domuns de janas, ed infine posizionata la cartellonistica descrittiva in diverse lingue: sardo, italiano, inglese, spagnolo e tedesco.
La realizzazione di questo progetto è stata realizzata nei giorni Sabato 16 maggio 2015.
L'iniziativa è stata svolta in collaborazione con:
La quarta area archeologica che la manifestazione Adotta un Nuraghe ha reso fruibile è stata identificata nel territorio di Muravera dove i grandi pascoli della famiglia Demurtas (Azienda Agricola Coile Scalas) custodiscono il misterioso insediamento di Pranu Iscalas.
L'area di intervento era interamente coperta da arbusti, fichi d'india e altra vegetazione che non permetteva di apprezzare la maestosità del monumento.
La manifestazione ha coinvolto circa 30 volontari che in una giornata di lavoro hanno creato un sentiero di accesso al sito, ripulito completamente l'area archeologica, ed infine posizionata la cartellonistica descrittiva in diverse lingue: sardo, italiano, inglese, spagnolo e tedesco.
La realizzazione di questo progetto è stata realizzata nei giorni Domenica 29 Maggio 2016.
L'iniziativa è stata svolta in collaborazione con:
Il quinto sito archeologico reso fruibile è stato il Nuraghe Gilorthi nel territorio di Arzana alle pendici del Monte Idolo
L'area di intervento era interamente coperta da fitta e spinosa vegetazione che ha reso molto arduo il lavoro de vegetazione che non permetteva di apprezzare la maestosità del monumento.
La manifestazione ha coinvolto circa 30 volontari che in due intense giornate di lavoro hanno creato un sentiero di accesso al sito e ripulito l'area archeologica. Al termine dei lavori il monumento risulta completamente accessibile rendendo visibili parti del sito sconosciute fino a quel momento dimostrando l'imponenza del manufatto. Al momento la cartellonistica è in fase di installazione.
La realizzazione di questo progetto è stata messa in opera nei giorni Sabato 11 Marzo 2017 e Sabato 22 Aprile 2017.
L'iniziativa è stata svolta in collaborazione con:
Con il patrocinio e il contributo di:
Provincia dell'Ogliastra |
Con il patrocinio e il contributo di:
Comune di Lanusei | Provincia dell'Ogliastra | Comune di Seui |
Montepremi: 2.600 €
Scadenza: PROROGATA al 08 Dicembre 2012
L'Ogliastra è una terra antica e nella sua storia millenaria la realtà si è fusa con la religione, la fantasia e la natura dando origine a miti, leggende e tradizioni ancestrali che attraversando il tempo hanno plasmato la nostra identità e le nostre abitudini ogliastrine.
I luoghi, gli animali, i boschi sono ammantati di questo alone misterioso. Gli ogliastrini conservano una sapienza nel creare oggetti e pietanze, nel compiere gesti e nel narrare di credenze secolari legate a doppio filo con quello che è il vivere quotidiano, quasi fosse un mondo invisibile e parallelo nonostante la concretezza di auto e computer. In questo territorio magico ancora in tanti amano seguire il cammino della luna per scadenzare le attività agropastorali o rivolgersi a un santo per aprire la montagna invalicabile, tenere conto delle visioni di un cavallo o ricordare i doni fatti da una principessa scampata ad un naufragio. Sono solo alcune delle narrazioni che finora sono sopravvissute all'oblio della standardizzazione culturale moderna.
L'Associazione di Promozione Sociale Agugliastra.it - Il sito dell'Ogliastra è nata con lo scopo di arginare l'irreparabile perdita di questo patrimonio intangibile cercando di raccogliere quelle tradizioni e quelle peculiarità che ci hanno contraddistinto nei secoli, con l'unico intento di tramandarle e di farle conoscere a tutti. Per assecondare il nostro scopo sociale abbiamo sentito l'esigenza di indire un concorso a premi per stimolare la produzione di contenuti che provino a immortalare, attraverso filmati, fotografie e racconti quelli che sono i nostri Miti, Leggende e Tradizioni.
A mero titolo di esempio e comunque non esaustivo, si possono impiegare come traccia alcuni spunti di riflessione dagli articoli pubblicati nella sezione dedicata:
Ai vincitori di ciascuna sezione andranno i seguenti premi:
NARRATIVA: 800 €
CORTOMETRAGGI: 1.000 €
FOTOGRAFIA: 800 €
Per dubbi e informazioni: info@agugliastra.it
DOMANDA: Le opere presentate potranno comunque essere utilizzate dal concorrente anche per altri scopi (pubblicazione, altri concorsi ecc...)?
RISPOSTA: L'autore non perderà ogni diritto sull'opera, l'associazione potrà impiegarla per la promozione del territorio o altri scopi sociali. Di conseguenza le opere potranno essere usate per partecipare ad altri concorsi o ad altre finalità. A noi come associazione resterà la facoltà di impiegarle, ad esempio, per la creazione di un DVD raccolta delle opere o mostre e altre finalità simili.
DOMANDA: I miti e le leggende devono essere seguite in maniera didascalica rispetto a quelle della tradizione?
RISPOSTA: Abbiamo volutamente inserito un tema molto vasto come i miti, le leggende e le tradizioni per lasciare anche spazio alla fantasia. Quello che ci preme è che sia calato nel territorio o nella società ogliastrina, quindi vanno bene anche rivisitazioni.
DOMANDA: Nella sezione narrativa, le 8.000 battute come limite massimo di lunghezza per il racconto, sono da intendersi comprensive degli spazi?
RISPOSTA: Le 8.000 battute sono da considerarsi spazi inclusi. Viene ESCLUSO dal conteggio tutto ciò non compreso nel corpo del testo (per esempio titolo, nome dell'autore ed eventuali immagini).
Metodo per verificare le battute [da Word: Revisione-->conteggio parole-->caratteri (Spazi inclusi)].
DOMANDA: Che peso avrà la votazione online nella scelta delle opere vincitrici?
RISPOSTA: La votazione online sarà considerata come "IV° giurato" nel senso che per ogni categoria la giuria sarà così composta:
DOMANDA: L'utilizzo dell'opera da parte dell'Associazione sarà correlata da citazione dell'autore dell'opera stessa?
RISPOSTA: L'autore verrà sempre citato perchè il nostro intento non è privare di titolarità l'autore, ma far conoscere il più possibile la sua opera