È un pane di grande morbidezza di forma circolare o ovale, di spessore variabile ed irregolare. Viene preparato con la semola di grano duro, ricotta fresca o patate bollite che danno al pane un sapore dolciastro. Solitamente il modditzòsu come anche su pani e trigu viene preparato quando si accende il forno per preparare il pistoccu, come si può ben capire l'attività di panificazione impegna a seconda del nucleo familiare, l'intera giornata di 4-5 donne.
Si trattava di un pane che comunemente era consumato in casa, perché non era apprezzato al punto tale da offrirlo in dono o metterlo in commercio. Inoltre, essendo facilmente deteriorabile, doveva essere consumato entro pochi giorni.
Il modditzòsu oggi si trova sulla tavola di tutte quelle famiglie che dell'arte del pane hanno fatto una tradizione e chi lo mangia solo in rare occasioni, lo vorrebbe trovare tutti i giorni sulla propria tavola.
L'impasto è preparato con pochissima acqua, lievito naturale, semola e un po' di sale, si aggiungono le patate o la ricotta e il tutto si lascia lievitare per un paio d'ore. Dopo la lievitazione, l'impasto è trasformato in pagnotte di forma rotondeggiante o ovale che terminata la cottura, assumono colore scuro e peso considerevole.
Variante semplice:
Per verificare la cottura un sistema tradizionale è pesare con le mani le pagnottelle, se sono leggere sono cotte, mentre se risultano pesanti come il peso di ingresso in forno hanno neccessità di ulteriore cottura.