Su Estiri - Il vestito

SU ESTIRI

Ben sappiamo di quel popolo dai canti,
che le genti ben vestivano con lo stile,
coi gambali e su berrettu tutti quanti,
per compagno sulle spalle un bel fucile. 

Vestiti lana e orbace e camicie con le braghe,
pantaloni olivastri di velluto con la giacca,
nei bottoni tanto oro per le feste o per le sagre,
anche usati poi in campagna ai lavori di fatica.

Ma le donne di ogni età, ben vestivan differenti,
scarpe scure gonna lunga a pieghettine e la blusa,
tre colori lor mostravan, a quegl'uomin diffidenti,
han in testa "su muccadori", la gente vien confusa.

È distinta, ecco arriva la sposina ha in testa il marrone,
la nubile col bianco, il suo passo pavoneggia di passione,
ma nel rispetto degli assenti, di un colore Lei ha il velo,
veste sempre in compostezza, con rispetto ecco il nero. 

E via via, in questi tempi c'è il cambio e molta spinta,
le persone ben vestite alla moda tra tutti è ben distinta.

 

Negli anni passati le donne avevano in testa "su muccadori", i colori erano tre, servivano per distinguere lo stato civile delle donne, s'era sposata, oppure nubile o nel caso estremo fosse diventata vedova. Perciò, quando si vedeva una donna per la strada, o ad una festa, ben si guardava il prossimo avventore di corteggiamento a scegliere la predestinata. Nel caso avesse il fazzoletto marrone, significava ch'era sposata, provate ad immaginare l'ira del marito venuto a conoscenza del torto subìto, erano guai allora, in Italia c'era ancora il delitto d'onore. Se la malcapitata era nubile, era riconoscibile, aveva il fazzoletto bianco, quindi, si poteva corteggiare, a meno che, ci fosse già qualcuno nella lista, allora veniva fuori la competizione, talvolta anche con "picciurrusu", liti. Nel caso estremo della vedova, aveva il fazzoletto nero, questa era una situazione delicata, perchè doveva passare almeno un anno di lutto, tutta vestita di nero, e, nessuno poteva o doveva fare allusioni o corteggiamenti, proprio nel rispetto del mancato. Se dopo l'anno la vedova teneva comunque il nero, c'era la possibilità di corteggiarla, sempre con dovuto rispetto e, solo Lei poteva decidere se accettare, e lasciare così quel colore definitivamente.

 

Dal Libro "IN PUNT'E PEIS" di Ubaldo Lai, nato ad Osini e cresciuto in una parte della sua giovinezza a Perdasdefogu.

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