Nella parte occidentale del bosco Selèni a Lanusei, ai margini dell’altopiano, dove il terreno si fa scosceso e la vegetazione sempre più fitta, sono presenti particolari rocce granitiche di notevoli dimensioni. All’interno di una di queste, ubicata più precisamente a valle rispetto alle fonti di Su Samuccu e Sipàri, è situata una grotta chiamata "sa grutta de Cristolu Locci".
Lo scrittore e generale Angelino Usai, nel libro "Il villaggio nuragico di Lanusei" (1970), narra che secondo la tradizione popolare in questa grotta granitica visse un certo Cristoforo Locci, conosciuto col soprannome "miarru-miarru", descritto come un individuo estremamente pericoloso per la società ed abile nel sottrarsi alle forze di polizia. La vita da bandito di Cristolu non durò comunque a lungo, infatti venne alla fine acciuffato da cacciatori di Lanusei e Gairo e giustiziato non con una semplice fucilata ma, dopo esser stato percosso con verghe e bastoni, fu spinto giù da un precipizio (richiamando così l’antico rito de "sa babaiecca").
Parlando con alcuni anziani del paese che hanno vaghi ricordi di questa leggenda tramandata di padre in figlio è curioso ricordare come questi, meno verosimilmente, attribuiscano le cause della morte ad un bue scagliatosi contro l’uomo che si apprestava a sgozzarlo.
Angelino Usai scrive ancora che l’unica notizia veramente certa, tramandata da alcuni testimoni oculari, è che nella fine del XIX secolo, nella grotta di Cristolu Locci trovarono sicuro rifugio alcuni banditi dell’Ogliastra e della Barbagia di Belvì tra i quali Liberato Onano e Michele Moro (sopranominato Torracorti) .
Nel 1994 il Gruppo Grotte Ogliastra ha localizzato, esplorato e rilevato la grotta che si apre tra le fratture del granito e presenta 2 ingressi diametralmente opposti; raggiunge 25 metri di lunghezza, 29 di sviluppo e 11 di dislivello, misure che rappresentano quasi un record visto il tipo di roccia.
Nel catasto speleologico regionale è identificata con il numero 186 SA/NU GRUTTA 'E CRISTOLU LOCCI.