Miti e Leggende di Gorroppu

I vecchi di Urzulei, Orgosolo e Dorgali parlano di Sa mama de Gorropu (La madre di Gorropu), una spaventosa creatura che dimora all’interno del canyon.

Sos drullios (è forte l’assonanza con i trools della mitologia nord europea) vengono descritti come creature malvagie che durante le notti tempestose escono dalle grotte nascoste nel canyon e trascinano via uomini, animali e costruzioni del Supramonte.

 

Si racconta che a Gorropu abiti anche Sa Tentassione (il Diavolo) e che in molti in passato vi si recassero per incumandare (affidare) la propria anima in cambio de sas richesas mundanas (le ricchezze terrene). Ma facevano poi una brutta fine: sopraffatti dalla disperazione finivano per togliersi la vita.

Queste terrificanti superstizioni si può ipotizzare che derivino, in parte, dal noto fenomeno di sovrapposizione del culto cristiano a quello pagano, e quindi dalla conseguente messa in cattiva luce di tutti i culti ed i miti della cultura sottomessa.
Come risaputo, infatti, già in epoca nuragica erano considerati sacri tutti i luoghi che esprimevano in qualche modo la forza della natura, o rappresentavano una risorgiva d’acqua.
Così pure, nel circondario abbiamo Su Gologone (Oliena), Monte Novu Santu Jubanne (Orgosolo), Su Anzu (Dorgali).
In questi luoghi, sin dall’epoca preistorica, spesso furono costruiti dei templi, che durante la fase di cristianizzazione vennero demoliti e/o riconvertiti per essere funzionali al culto cristiano.

Ma l’aspetto più singolare, sostenuto con assoluta convinzione da molti anziani, è che in un punto preciso all’interno di Gorropu, sia possibile vedere le stelle di giorno.
Questo dato, non trova alcun sostegno scientifico, ma c’è più di un anziano che afferma che in un determinato periodo dell’anno, ad una certa ora e nel punto più stretto del canyon, si possano veramente vedere alcune stelle di giorno.

È invece un fatto certo che a volte il vento raggiunga dentro il canyon velocità impressionanti, tali da far sbattere interi stormi di uccelli contro le ripide pareti. Sino agli anni ottanta del secolo trascorso, quando i colombacci erano ancora numerosi, avveniva spesso che i pastori si riempissero le tascas (le bisacce in pelle) di questi potenti volatili, che si trovavano ammassati in gran numero all’interno del canyon

Lo studioso cagliaritano Vittorio Angius nell’800 scrisse: "Gli Ursulerini se la intendono meglio, che con altri vicini con gli Orgolesi. Si rispettano gli uni gli altri nelle proprietà, si fan compagnia pe’ ladronecci, e vanno a gran distanze. Questo ricorda gli antichi Iliesi, i quali uscivano da’ loro monti a ladroneggiare ne’ luoghi, dove dominavano i romani". Brano tratto dal Dizionario Casalis.

L’affinità tra urzuleini ed orgolesi viene confermata anche osservando la quasi totale somiglianza tra gli abiti tradizionali, soprattutto quello maschile.

Forse è proprio il confine così ben marcato da Gorropu e dalla lunga fenditura di Sa Còdula de 'os lacos (intervallati dalle iscalas, ossia i passaggi tra i due territori) che ha creato i presupposti per un duraturo e pacifico riconoscimento dei confini, cosa che non è avvenuta con gli alti comuni limitrofi.

 

Tratto da http://gorropu.info/ per gentile concessione della Società Chìntula s.n.c.