Tra i soprannomi dei paesi ogliastrini uno dei più curiosi è quello riservato agli abitanti di Gairo. Infatti "s'imparanixiu" (soprannome) dei gairesi è "Facc'è luna" (faccia di luna). Questo appellativo, apparentemente incomprensibile, deriva da una curiosa storia che ancora oggi gli anziani del paese raccontano.
Durante una notte di luna piena, un folto gruppo di 29 persone passando nei pressi di uno specchio d'acqua si ritrovò a discutere della sagoma che la luna creava sulla superficie dell'acqua. L'immagine era talmente realistica che alcuni si convinsero che quel riflesso fosse in realtà una forma di formaggio nel fondo della pozza. Uno prese coraggio e decise di gettarsi in acqua per farla propria. Passarono diversi attimi e i compagni, vedendolo tardare, pensarono che per non condividere il bottino, il coraggioso amico stesse iniziando a banchettare da solo. Allora uno dopo l'altro si tuffarono in acqua per cercare di conquistarne una parte per se. Sfortunatamente ogni volta che uno di loro impattava con l'acqua, la forma di formaggio spariva rendendo l'impresa sempre più ardua. Le scomposte movenze dei malcapitati per cercare di arrivare all'ambito bottino per primi provocava un grande movimento del fondale melmoso che inizialmente immobilizò i loro piedi fino ad inghiottirli interamente. Per l'ingordigia in quella pozza d'acqua morirono 28 gairesi e solo uno di loro si salvò e potè raccontare quello che aveva visto.
Consultato "Gairo, il cuore dell'Ogliastra", Cabiddu-Ligas, 2006
Immagine "La luna nel pozzo" di Vito Giarrizzo