LEGGENDE

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Considerando che il monte ha avuto una grande importanza nell'antichità non è strano che su di esso siano nate storie popolari e leggende. Una di queste, diffusa soprattutto nel Nuorese, narra che il Tacco calcareo, nei pressi dell’attuale confine tra i territori comunali di Gairo e Seui, sarebbe una delle porte dell'inferno, da dove, nelle notti di luna piena, uscivano diavoli e streghe per mettere nei pasticci i comuni mortali. Inoltre, in tali occasioni, chi desiderava diventare ricco doveva recarsi sul posto ad offrire al demonio la propria anima: in cambio ne avrebbe ricevuto qualunque ricchezza.
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“Babbai” significa “babbo”, nonno, vecchio ed “Eca” significa "entrata" o "uscita" da o verso un sentiero campestre. Babbaieca significa quindi uscita del nonno, del vecchio.

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- Scritto da Giorgio Altieri
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I vecchi di Urzulei, Orgosolo e Dorgali parlano di Sa mama de Gorropu (La madre di Gorropu), una spaventosa creatura che dimora all’interno del canyon.
Sos drullios (è forte l’assonanza con i trools della mitologia nord europea) vengono descritti come creature malvagie che durante le notti tempestose escono dalle grotte nascoste nel canyon e trascinano via uomini, animali e costruzioni del Supramonte.
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Il "Dossier su Gairo" redatto da Sirigu e Lorrai riportano di un'antica faida fra famiglie che si colloca sullo sfondo della storia di una sventurata giovane ragazza di Gairo, Susanna Depau.

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Una leggenda piuttosto verosimile, narra la delimitazione dei territori tra Arzana e Desulo. Gli arzanesi e i desulesi si accordarono che il punto di confine fosse stabilito dove le due compagnie di uomini si fossero incontrate, partendo dai loro rispettivi paesi al canto del gallo. A testimonianza di buona fede al gruppo di Arzana si unirono anche desulesi e viceversa.
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A Seui si narra che sul vecchio sentiero che passa ai piedi del Tònneri (oggi strada provinciale), luogo di rara bellezza e ricco di misteri, c'è un punto che i cavalli evitano ancora oggi: lì sarebbe stato ucciso un pastore, sul finire degli anni '20.
Quel punto i cavalli lo temono, dicono i discendenti degli allevatori di quei tempi.
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Il nome della Scala di San Giorgio sembra sia fatto derivare da un antico documento del 1117.
Nello scritto c'è un avvenimento della vita del Santo redatto un certo Paolo, che tradotto dal latino dice: "Una volta San Giorgio mentre viaggiava arrivò ad un monte presso il quale c´era una strada, la quale poteva essere più breve e diritta passando attraverso quel monte.

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- Scritto da Giorgio Altieri
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Tra i soprannomi dei paesi ogliastrini uno dei più curiosi è quello riservato agli abitanti di Gairo. Infatti "s'imparanixiu" (soprannome) dei gairesi è "Facc'è luna" (faccia di luna). Questo appellativo, apparentemente incomprensibile, deriva da una curiosa storia che ancora oggi gli anziani del paese raccontano.
Leggi tutto: Bintottu personas in sa fogi (28 persone nella pozza)

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- Scritto da Giorgio Altieri
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La tradizione orale ad oggi ci narra prevalentemente dei buoni rapporti di "vicinato" tra gli abitanti dei paesi confinanti Urzulei e Orgosolo.
Mentre una leggenda in particolare tenta di rappresentarci una realtà diversa, conflittuale che addirittura abbisognasse dell'aiuto divino per essere sedata tramite la divisione dei confini naturali tra l'Ogliastra e la Barbagia.

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- Scritto da Alessandro Aresu
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- Scritto da Matteo Cuboni
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