Gruppo Folk Ulassai Santa Barbara
Il primo gruppo folk a Ulassai è nato intorno agli anni ’80. Il costume del paese è stato poco contaminato dal tempo e, grazie al sapiente lavoro di studio della proloco, sono state riportate le caratteristiche pressoché originali di quello che era l’abito degli antichi ulassesi.
Costume maschile
“Sa berritta” è un copri capo nero fatto in orbace (tessuto in lana la cui particolare lavorazione risale ad epoche sarde molto antiche), e presenta un doppio strato tubulare che la fa rimanere più rigida. È lunga e viene indossata piegata sul capo.
“Sa camisa” è la camicia bianca tipica a maniche lunghe con colletto alla coreana.
“Su cipponi” viene indossato sopra la camicia, è una sorta di giacchina scollata in velluto liscio nero. Viene chiuso tramite 5 bei bottoni in argento non centrali ma spostati verso sinistra e presenta delle fessure sotto le ascelle che proseguono lungo le maniche.
“Su croppettu” è un gilet in panno color grigio scuro, presenta delle decorazioni simmetriche formate da un altro strato di tessuto, di color poco più chiaro, sapientemente cucito sopra.
“S’araga” è un pantalone bianco in lino che rimane largo.
“Is carzoneddus de ginsu” vengono indossati sopra “s’araga”, fanno una sorta di gonnellino corto. Sono fatti in orbace nero e hanno tante piccole pieghe verticali. Stretti in vita e larghi inferiormente, nella parte interna presentano una striscia di tessuto chiamata “su spaccatroddiu” che, decorrendo dall’anteriore al posteriore nel cavallo, permette al capo di non svolazzare.
Nelle foto molto antiche si potevano notare nel vestito dell’ulassese sia “su ginsu” (un cinturone in pelle), e sia “s’orteddu e ginsu”, una specie di spadino lungo ca 50 cm con manico in osso ad impugnatura stretta. Questo veniva alloggiato appunto all’interno de “su ginsu” ed era una vera e propria arma di difesa.
“Is carzoneddus” chiamati anche “gambalisi”, sono fatti anche questi in orbace nero. Nella parte superiore all’interno ci vengono incastrati i pantaloni (“s’araga”) e nella parte inferiore vanno a rivestire le scarpe (in dialetto “is cosingius”) di solite nere e in pelle.
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Costume femminile
in dialetto ulassese ”su costumi ‘e colori”
“Su mantu” è chiamato il fazzoletto che ricopre il capo femminile. È fatto in panno, è rosso con bordi grossi in seta blu e viene tenuto unito davanti da “ir gancius” (catenella in argento). Sotto “su mantu” la donna di Ulassai indossa “su muccadori de mentu” fatto sempre in panno marron scuro. Nel costume si hanno oramai pochissime tracce sia de “su sciallu” (fazzoletto più lungo utilizzato al posto de “su mantu”) che di una cuffia scura (primo indumento che avvolgeva la testa).
“Su cipponi” femminile in panno è double-face: la parte interna è rivestita in seta con dei fiorellini bianchi e sfondo nero, era il lato usato in settimana durante le faccende domestiche e non solo. La parte esterna è marron (con tendenze al bordeaux) con i bordi ricamati poco più chiari. Una catena in argento permette la chiusura de “su cipponi”. Questo è il lato più elegante che veniva utilizzato la domenica.
“Sa camisa” bianca ed è spesso arricchita da decorazioni in pizzo nel colletto e nei polsi.
“Sa unnedda” è la gonna dell’abito, in panno, lunga color marron e presenta la balza in velluto liscio fucsia.
“Is tiggias” sono chiamate così le scarpe femminili, di solito scure e tipo stivaletto.
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Contatti
via Plebiscito, 27
08040 Ulassai (OG)
cod. fisc. 91008800913
tel. 328/9583594
Si ringraziano Antioco Lai, Antonio Melis e Vittoria Pilia per aver contribuito alla realizzazione di questo articolo.