Nella notte tra 26 e il 27 agosto 1852, nel paese di Loceri si consumò una bardana a casa di Michele Mulas nella quale si vociferava fosse custodito uno starello (pari a circa 50,5 litri) di marenghi d'oro. La fama di tale tesoro varcò il Gennargentu e dalla Barbagia partì una spedizione che varcando il passo di Corr'e Boi si diresse ad Arzana per mischiarsi ai festeggiamenti in onore di San Vincenzo Ferrer. Senza dare nell'occhio la banda si spostò verso Loceri circondando la casa dei Mulas e iniziando a sfondare la porta e le finestre con scuri e asce.
Il trambusto fece svegliare l'intero paese e mentre il padrone di casa cercava di difendersi tirando schioppettate verso i malviventi anche i compaesani cercarono di imitarlo aiutandolo a scacciare gli "ospiti" non graditi. Ma tale difesa risultò vana infatti la banda riuscì ad entrare nell'abitazione. Cercarono il proprietario ma non trovandolo distrussero tutto ciò gli capitasse a tiro per cercare di scovare i marenghi.
Non riuscendo a trovare il tesoro e per evitare guai peggiori, i malviventi decisero di ritirarsi, abbandonando nei pressi della casa un loro compagno, Salvatore Lai di Fonni che venne accudito dalla famiglia dell'aggredito fino a quando spirò; inoltre uccisero il locerese Antonio Secci, probabilmente il basista, che venne visto come un traditore poichè non aveva fornito informazioni corrette. Ma la sorte peggiore capitò proprio al proprietario Michele Mulas, che per evitare violenze da parte dei malviventi si nascose nel tetto, ma fu trovato moribondo probabilmente colpito dalle fucilate dei compaesani accorsi in suo aiuto.